Partita Iva Regime dei minimi, conviene?

Stai per terminare i tuoi studi e vuoi iniziare a lavorare, sicuramente ti troverai di fronte due grandi dilemmi:

  1.  Libero professionista o dipendente?
  2.  Partita Iva da subito o no?

Cominciamo con il dire che alla prima domanda magari risponderemo in un altro articolo e mettiamo che avete deciso di iniziare (o proseguire) il vostro percorso come liberi professionisti.

Sfatiamo subito dei miti…

“La partita IVA costa tantissimo”, questo è il primo mito, perché spesso ci si sente frenati per i costi che ha una partita iva. E’ vero, la partita iva ha dei costi, come tutti i dipendenti pagano le tasse anche i liberi professionisti devono farlo. La differenza è che alle tasse dei dipendenti pensa l’azienda mentre a quelle dei liberi professionisti devono pensarci i liberi professionisti e il commercialista. Quindi mentre il dipendente quasi non si rende conto di quante tasse paga, il libero professionista se ne rende conto benissimo…

Se sei però agli inizi o hai meno di 35 anni, è molto probabile che aprirai il regime dei minimi. In questo caso anche ci sono dei costi ma sono proporzionali all’utile (Guadagno – costi). Questo significa che la Partita IVA ha un costo se guadagni… quindi se hai il terrore di aprire la partita iva per poi dover pagare tasse anche se non hai fatturato beh, puoi star tranquillo!

Inoltre, se ti organizzi bene, e accantoni i soldi delle tasse per ogni fattura che emetti, nemmeno avrai grosse sorprese in periodo di UNICO e pagamento delle tasse.

Perché aprirla e non iniziare con ritenute d’acconto?

Il motivo numero 1 è per: professionalità. Non intendo dire che non siete professionali se non avete la partita IVA ma che senza, dovrete rinunciare a lavori perché le aziende preferiranno un altro al posto vostro con la partita iva. Il perché è abbstanza semplice, le aziende quando commissionano un lavoro vogliono la fattura per potersela scaricare.

Con la ritenuta d’acconto la procedura non è così semplice e immediata come con una fattura.

Quanto si paga la partita IVA dei minimi?

Se apri la partita IVA con il regime dei minimi, a fine anno dovrai versare un’imposta sostitutiva pari al 5% del tuo reddito (differenza tra ricavi incassati e costi pagati) anziché applicare l’IRAP (3,90%) e l’Irpef a seconda del reddito. Quindi non hai IVA da pagare perché sei esente.

A fine anno, di media, sull’utile andrai a sborsare tra imposte e Irpef un 32%.

Ovviamente tra i costi puoi dedurre tutte le spese che devi sostenere durante l’anno (affitto, bollette, macchina, pc, benzina etc etc etc).

I contro del regime dei minimi?

Beh, se il tuo lavoro va particolarmente bene potrebbe starti stretto il limite dei 30.000€ annui da poter fatturare.

Altro contro, se hai un lavoro che ti impone molte spese, hai un limite di beni da poter dedurre di 15.000€ in tre anni e se per ogni commessa hai delle spese e non incassi il totale della fattura che emetti, quella fattura va comunque a fare reddito.

Ti faccio un esempio: devi fare una campagna pubblicitaria che hai quotato 12.000 €. Di quei 12.000€, 8.000€ li devi spendere per sponsorizzazione facebook e adwords, 2.000€ per un video promozionale e te ne incassi effettivi 2.000€. Nonostante tu di quei 12.000€ ben 10.000€ li hai visto solo passare sotto i tuoi occhi, quella fattura ti farà cumulo e ti avvicinerai al muro dei 30.000€.

In questo caso, forse bisogna valutare altri regime come SRLs o ditta individuale.

I vantaggi del regime dei minimi?

I contribuenti in regime dei minimi, come abbiamo visto, versano l’imposta sostitutiva del 5 %. Non esiste IVA e niente IRAP. Niente studi di settore. Niente, spesometro e blacklist.

Le fatture emesse quindi non dovranno riportare l’indicazione della ritenuta. La fattura emessa dal contribuente che aderisce al regime dei minimi dovrà indicare invece, oltre alla dicitura che richiama alla normativa in vigore e cioè:

“Operazione effettuata ai sensi dell’art. 1 della Legge 244/2007 Regime fiscale per l’imprenditoria e per i lavoratori in mobilità D.L. 98/2011”

anche la seguente dicitura

“È richiesta la non applicazione della Ritenuta a titolo di acconto come da Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate n. 185820/2011”

Riepilogando, i contribuenti che aderiscono al regime dei minimi, sono esonerati dai seguenti adempimenti:

  • obbligo di liquidazione e versamento dell’IVA
  • obbligo di registrazione fatture di acquisto e fatture emesse
  • dichiarazione e comunicazione annuale IVA
  • studi di settore
  • comunicazione dei dati inerenti lo spesometro
  • compilazione elenco clienti e comunicazioni blacklist
  • adepimenti IRAP

Si tratta di un bel po’ di semplificazioni se consideri la complessità degli adempimenti burocratici a cui sono soggette tutte le imprese e i professionisti in regime ordinario.

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Francesco PC Academy
Francesco: Lavora come freelance, si occupa di Web Design & Marketing, Strategie Digitali, Blogging e docenza. Per PC Academy cura: il tutoraggio dei corsi online Scrittura Creativa e Sceneggiatura; le lezioni in aula sulla creazione del CV infografico e come Presentarsi alle Aziende in modo professionale; la redazione di molti articoli di questo portale.

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