Fotografia Naturalistica

Cos’è la fotografia naturalistica?

Per fotografia naturalistica si intende la fotografia di fauna e flora selvatici nel loro ambiente naturale, ma anche la fotografia di paesaggi il più possibile incontaminati. Tante sono le tecniche che possiamo qui sintetizzare in: fotografia paesaggistica, macrofotografia, fotografia di appostamento e fototrappolaggio.

 

La fotografia paesaggistica è il modello più diffuso tra i fotografi amatoriali e quelli professionisti, ma richiede grande attenzione non solo per l’oggetto che si vuole fotografare, ma anche per trovare i tempi di esposizione corretti per l’esecuzione dello scatto. Questo tipo di fotografia richiede obiettivi grandangolo e teleobiettivi che rendono la reale dimensione del paesaggio. Inoltre vengono spesso usati filtri polarizzatori, filtri UV e filtri colorati.

La macrofotografia utilizza forti rapporti di ingrandimento per poter ritrarre soggetti molto piccoli. Questa tecnica non solo è considerata tra le più difficili, ma è anche una delle più dispendiose, in quanto necessita di apparecchiature molto sofisticate. Questo genere richiede obiettivi con rapporto di riproduzione del soggetto pari ad 1 (1:1).

La fotografia di appostamento, invece, sfrutta la conoscenza dell’habitat e delle specie all’interno di esso. Nella fotografia d’appostamento infatti, non solo è importante quella virtù chiamata pazienza, ma anche uno studio di ciò che si vuole fotografare: se vogliamo ad esempio fotografare un’aquila minore, requisiti necessari sono la conoscenza del luogo dove si trova l’animale, dell’orario in cui è più facile l’avvistamento e anche lo studio della posizione dalla quale si può ottenere uno scatto migliore.

Infine il fototrappolaggio è una tecnica fotografica utilizzata principalmente per scattare immagini di animali molto schivi o difficili da trovare. Questa tecnica utilizza una stazione fotografica collegata ad un sensore che, rilevando il passaggio dell’animale, permette alla stazione di scattare la foto con precisione.

 

Ciò che rende la fotografia naturalistica tra i generi di fotografia più complessi è la vastità di approcci dal punto di vista del linguaggio espressivo, cioè il gran numero di metodi e soggetti da ritrarre. In particolare, per quanto riguarda gli animali, quasi tutte le foto ricadono in uno dei seguenti stili:

–  Ritratto: quando avvistiamo un animale abbiamo la reazione immediata di riempire il fotogramma con l’immagine completa dell’animale. Questo stile, pur risultando eccellente nella sua produzione finale, cade nella scientificità e nella staticità dello scatto. Per poter ritrarre un animale il più precisamente possibile inoltre, bisogna disporre di potenti teleobiettivi e della capacità di avvicinarsi molto al soggetto.

–  Ritratto ambientato: in parole semplici, questo stile prevede che l’ambiente circostante l’animale sia parte integrante dell’immagine. Anzi, spesso in questo tipo di foto l’animale non diventa più il centro dell’attenzione, ma parte integrante di un soggetto più ampio. Questo tipo di fotografia colpisce due volte l’osservatore: la prima per la bellezza del panorama; la seconda viene identificato l’animale all’interno del paesaggio.

–  Immagini di comportamento: raffigurano alcuni aspetti del ciclo vitale degli animali, come migrazione, cura dei piccoli, fuga, combattimento… Il punto fondamentale di questo stile consiste nel concentrarsi sull’azione, cercando di ottenere delle immagini nitide.

–  Panning: forse lo stile più artistico, esso consiste nel creare dei mossi sfocati che seguano il movimento dell’animale nel suo ambiente. Usando dei tempi di posa adeguatamente lunghi, lo sfondo risulterà sfocato a causa del movimento della macchina fotografica durante lo scatto. Il trucco in questo stile sta nel mettere a fuoco il corpo dell’animale e nel considerare zampe e muso parte del soggetto in movimento. Il soggetto ideale, inoltre, si muove contro uno sfondo uniforme, ad un’angolazione di circa 90° rispetto a noi, quindi né in avvicinamento né in allontanamento rispetto alla nostra macchina fotografica.

Quali strumenti utilizzare?

Generalmente per un buon risultato bisogna essere in possesso di una macchina fotografica reflex. Talune bridges possono rendere delle foto molto nitide e precise, ma non permettono la libertà di impostazione di tempi di posa e diaframma di una reflex, e spesso le ottiche risultano troppo corte per dare un buon risultato.

Essere in possesso di una reflex vuol dire mettere in conto di acquistare più di un obiettivo: allora quali prendere?

Per macrofotografia: ottiche fisse quali Tamron 90 mm, Nikon 105 mm, Sigma 105 mm, l’importante è che abbiano un rapporto di ingrandimento 1:1 o superiori.

Per ritratti e ritratti ambientati: per questo tipo di fotografia le ottiche più utilizzate sono sicuramente i teleobiettivi. Le lunghezze focali più utilizzate sono: 70-300 mm (che è anche la più economica), 70-200 mm, 100-400 mm, 150-500 mm, o le ottiche fisse 400 mm, 500 mm. La scelta varia a seconda della tipologia di foto che preferite.

Per fotografia del paesaggio: per rendere una fotografia paesaggistica più vicina possibile a ciò che i nostri occhi vedono è fondamentale l’uso del grandangolo. Le ottiche più utilizzate sono: 8 mm (focale fissa) e 10-24 mm. Si può anche ricorrere alla tecnologia di post-produzione per fare panoramiche ampie, basti pensare a “photoemerge” in Photoshop, o la funzione panoramica in qualsiasi altro programma di fotoritocco.

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Francesco PC Academy
Francesco: Lavora come freelance, si occupa di Web Design & Marketing, Strategie Digitali, Blogging e docenza. Per PC Academy cura: il tutoraggio dei corsi online Scrittura Creativa e Sceneggiatura; le lezioni in aula sulla creazione del CV infografico e come Presentarsi alle Aziende in modo professionale; la redazione di molti articoli di questo portale.

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