“M” come Metropolitana
Ogni giorno incontriamo milioni di segnali stradali, eppure difficilmente ci soffermiamo a pensare come sono stati progettati.
Forse non ci avevi mai riflettuto ma tutti i segnali di indicazione dei musei, delle metropolitane, o anche il semplice segnale di stop sono il frutto del lavoro di un grafico o di un’equipe che l’ha progettata per noi.
Pensate alla comune “M” che indica la presenza di una metropolitana nei paraggi e all’infografica con le diramazione e le fermate che generalmente la accompagna; quante volte ti è capitato di consultarla per arrivare a casa, a scuola o al lavoro?
La comunicazione per immagini permette di raggiungere il massimo effetto comunicativo nel più breve tempo possibile, grazie al suo forte potere di richiamo, alla sua spesso immediata comprensibilità e facilità di memorizzazione.
Se pensi ai segnali usati dalle metro, puoi capire quanto la comunicazione per immagini sia importante.
La segnaletica e l’allestimento di una comunicazione visiva internazionale è un progetto che deve tenere presente molti fattori:
- il posizionamento dei cartelli
- i materiali usati
- il codice cromatico
- la font
- e non ultima l’elaborazione di un codice condiviso da tutti.
Per quanto riguarda questo ultimo aspetto, l’uso dei cosiddetti pittogrammi è di grande aiuto per la creazione e diffusione di un linguaggio universale.
La progettazione di sistemi di segnaletica deve essere chiara, immediata e leggibile, con font e colori riconoscibili a tutti in diverse condizioni di luce.
Ma da dove proviene la famosa “M” di METROPOLITANA?
L’ “invenzione” di questa icona universale, che ci permette di riconoscere una metropolitana a qualsiasi distanza, la dobbiamo a Bob Noorda così come per molte altre innovazioni in tema di segnaletica.
Nel 1962, l’architetto italiano Franco Albini scelse proprio Noorda come suo collaboratore per lavorare alla creazione di una perfetta simbiosi tra architettura e le esigenze dei viaggiatori.
Noorda ha introdotto le famose fasce colorate che identificano le diverse linee. Prima di allora, si usava solo il nome della stazione al centro della banchina, come nelle stazioni di Parigi o Londra.
La sostituzione dei cartelli indicanti i nomi delle fermate con la fascia colorata consente una percezione immediata delle informazioni utili.
Le fasce sono alte 25 centimetri e ripetono il nome della fermata ogni 5 metri consentendo al viaggiatore un facile lettura anche con il mezzo in movimento. Sono realizzate con una verniciatura opaca per evitare i fastidiosi riflessi dell’illuminazione sotterranea e con una font creata appositamente per facilitarne la lettura in velocità, basato sul celebre carattere Helvetica.
Ancora oggi le grandi innovazioni di Noorda trovano posto nelle metropolitane di Milano, New York e Roma.
L’idea di un linguaggio universale che ci orienta facilmente nello spazio dovrebbe essere alla base di ogni progetto grafico.
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