Contest “la vita in maschera” – Paolo Gili – Scrittura
La strega
Stupida maschera! Pensò Elisa allacciandosi gli stivali neri. Odio il Carnevale, è una festa così vecchia. Continuò, aggiustandosi i leggin in lattice e si guardò allo specchio. Sono troppo attillati maledizione! Ripensò agli eventi che l’avevano portata a quel momento e si diede della sciocca.
Ha proprio ragione la psico, mannaggia a lei, mi lascio trascinare dagli eventi, non so dire di no e faccio tutto ciò per riempire il mio senso di vuoto. “Mi sento vuota ok?”
Disse ad alta voce alla propria immagine riflessa.
“E tu come ti sentiresti strega?”
“Come ti sentiresti se non provassi nulla? Da quando apri gli occhi la mattina, solo un grande grigio, tutto grigio, tutto uguale, tutto falso, tutto senza scopo.”
“Siamo solo delle scimmie ammaestrate lo sai strega?”
“Scimmie intelligenti, oh si, ma sempre scimmie, e tutti quelli che facciamo sono giochi di scimmie, niente di più.”
Guardò fissa nello specchio con aria di sfida come aspettando una risposta. La maschera era completa ormai con tanto di cappello a punta, la sua immagine riflessa la fece trasalire.
Cavoli non sembro io. Pensò. Questa qui ha uno sguardo così deciso. Mi faccio quasi paura da sola.
Squillò il Citofono. Ecco Claudio, sempre puntuale come al solito. Non ha capito che noi donne non siamo mai pronte all’orario stabilito?
“Ciao Claudio, guarda non sono ancora pronta, aspettami in macchina”
“Ciao Elisa, va bene ti aspetto, però ricordati che la festa inizia alle 22 e noi..”
“si si tranquillo arrivo” Lo interruppe Elisa riattaccando bruscamente il citofono.
Come volevasi dimostrare: tutto grigio, nessuna emozione, nulla di nulla.
Dopo aver aspettato un tempo adeguato, scese le scale e si avviò verso la strada.
Ecco il solito travestimento da pirata, sempre così scontato!
Pensò elisa entrando nell’auto.
E che cos’era quel ridicolo pugnale che aveva! Un vero pezzo da museo.
“Ti piace” disse Claudio seguendo il suo sguardo?
“E’ un pugnale antico sai? Mio padre..”
“Ok, ok me lo racconti dopo, ora partiamo” disse Elisa interrompendolo.
Claudio la fissava immobile, senza parlare, senza nemmeno battere le palpebre.
“Beh, che succede? Sei paralizzato? Siamo in ritardo no? Parti! E non andare piano come al solito.” Elisa gli toccò il braccio con la punta del dito come per smuoverlo.
Claudio sembrò colpito da una scossa elettrica, sempre senza parlare ingranò la prima e fece stridere le ruote, accelerando al massimo.
“Hei c’è una curva lì” Disse Elisa.
“Stasera andiamo veloci” Rispose Claudio guardandola fissa negli occhi e continuando ad accelerare.
Il viaggio fino alla festa fu per Elisa un’esperienza surreale.
Claudio guidava ad una velocità folle e di tanto in tanto si voltava e la guardava fissa negli occhi con un’intensità spaventosa. Lei iniziò a ricambiare gli sguardi, si rilassò sul sedile e sentì una nuova energia fluire nel suo corpo, i suoi pensieri si erano fermati, viveva solo il presente adesso e si sentiva libera e sicura di se.
Scesero dall’auto ed entrarono abbracciati.
Quando il pirata e la strega entrarono nel locale, la musica sembrò ovattata e il tempo rallentato. Ma tutto questo fu solo un lampo, poi furono inghiottiti dalla folla che si muoveva in modo sfrenato.
Elisa iniziò a danzare, come per millenni avevano fatto le sue antenate al chiaro di luna, il suo corpo, la sua mente e la musica formavano un’ unione perfetta, senza più paure, senza inibizioni, si sentiva finalmente libera.
Claudio ballava vicino a lei e si nutriva della sua visione, senza riuscire a distogliere lo sguardo.
Una volta tornata a casa nella comodità del proprio letto Elisa
non riusciva a ricordare con chiarezza quello che era accaduto nel locale. Era come se un velo nero ricoprisse gli eventi rendendoli indistinti, ma aveva dei flash, degli sprazzi di luce nel buio.
“Devo aver bevuto troppo” si disse.
Ricordava l’uomo che le si avvicinava sulla pista da ballo, ricordava le sue mani insidiose, e il suo alito pungente, ricordava lo sguardo di Claudio, uno sguardo crudele. E in un flash impossibile ricordava un coltello insanguinato nelle mani di Claudio, l’uomo che urlava agonizzante e un’ orbita vuota che sembrava fissarla.
“Ho decisamente bevuto troppo, mi vengono dei pensieri agghiaccianti”
C’era stato qualche problema al locale, una rissa forse, quello lo ricordava benissimo, infatti lei e Claudio si erano allontanati correndo, in mezzo alla folla impazzita.
“Un’ orbita vuota! Che assurdità!” pensò spegnendo la luce.
Sulla sedia vicino al letto la maschera da strega insanguinata sembrava fissarla con sguardo beffardo.
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