Partita IVA si, Partita IVA no
Quando vogliamo diventare freelance, liberi professionisti, l’unica via che può renderci tali è quella di aprirci una Partita IVA. Le considerazioni da fare sono parecchie; la prima è sicuramente quella di chiederci se ne valga la pena o meno.
Non esiste una risposta uguale per tutti, dipende sicuramente dalle ambizioni, dalle esigenze di ognuno di noi. Se puntiamo ad avere una stabilità economica fissa, è forse più opportuno cercare un lavoro da dipendenti, se invece vogliamo essere completamente autonomi, conoscendo i rischi, la partita iva è l’unico modo per diventarlo. Va anche detto, e sottolineato, che comunque essere possessori di partita iva può essere un vantaggio anche nella ricerca di lavori, perché sicuramente a un’azienda costa di meno pagarti come possessore di partita iva, pagando quindi solamente il lavoro che fai, e non come dipendente loro, con contributi, ferie e quant’altro.
La domanda principale, però, è sicuramente: quanto costa aprirla e mantenerla?
Esistono diversi tipi di partita IVA, in questo post voglio parlare della partita IVA che mi riguarda direttamente: il regime dei contribuenti minimi.
Questa opzione è la opzione con meno costi e, soprattutto senza costi fissi!
Vediamola nel dettaglio, partendo dai vantaggi:
- Esenzione dall’iva. Infatti non pagherete l’iva sulle fatture che emetterete ma dovrete solamente applicare una marca da bollo.
- varie semplificazioni burocratiche: esonero dall’obbligo delle scritture contabili e degli elenchi clienti e fornitori, nonché della comunicazione annuale Iva. E’ sufficiente numerare progressivamente le fatture e conservarle (come anche quelle d’acquisto per le spese da detrarre).
- L’imposta da pagare quando si fa la dichiarazione dei redditi non è più del 20% ma del 5%. Questo vuol dire voi pagare il 5% dell’utile tra ricavi e costi.
Chi può aprirla?
Il regime può essere richiesto dalle persone fisiche residenti in Italia che non superano i 30.000 euro di compensi annui e che possiedono i seguenti requisiti (nell’anno precedente se sono già in attività):
- non hanno dipendenti o collaboratori (a progetto o occasionali), cioè non sono “sostituti d’imposta” (nel senso che non fanno trattenute fiscali per conto di altri soggetti da versare poi all’erario)
- non hanno spese per beni strumentali (cioè necessari alla professione, come affitti di locali, acquisto di attrezzi da lavoro, computer ecc.) superiori ai 15.000 euro
- non vendono all’estero e non distribuiscono utili soci.
Questo tipo di partita iva, soprannominata il “forfettone”, è la soluzione ideale per giovani professionisti all’inizio del loro cammino, se i costi saranno alti sarà solo perché avete guadagnato abbastanza!
Esistono altre soluzioni per quanto riguarda la partita iva che vedremo più in là.
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