Slide e semplicità. Emozionare, non annoiare
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Ho già sottolineato come, a mio parere (ma anche a parere del designer Maeda, che “forse” è più autorevole di me), la semplicità costituisce oggi una delle migliori “armi” per una comunicazione efficace circa le nostre abilità.
Ce ne possiamo accorgere anche osservando noi stessi e la nostra, sempre più scarsa, pazienza. Immaginatevi nel traffico a guidare (inveire contro tutto e tutti :) ), o immaginatevi a navigare sul web… una pagina non si apre per più di 3 secondi? Siamo già al secondo risultato su Google.
La soglia di attenzione generale si è abbassata mostruosamente. Anzi forse prima di arrivare al punto mi sono già dilungato troppo, e forse avrete già chiuso questo (noioso) articolo, ma se siete ancora qui… fantastico! E grazie!
Ora, dovendovi qualcosa in cambio, arrivo al punto!
Probabilmente vi capiterà di dover realizzare presentazioni power point, circa un lavoro, un’idea che avete avuto, magari dopo aver selezionato alcuni vostri lavori (i più belli) per convincere un potenziale datore di lavoro che siete (i più) bravi. Leggevo giusto poco tempo fa su un libro molto interessante di Luisa Carrada, affermata copywriter e blogger, il capitolo proprio sulle famosissime slide. Un convegno? Una lezione? Un generico “parlare in pubblico per qualsiasi motivo”? Allora diamo per scontato che ci siano delle slide. Leggevo che persino i creatori dell’originale Power Point , Robert Gaskins e Dennis Austin, si sono stupidi di questa globale diffusione.
La dottoressa Carrada sottolineava come con l’evoluzione del programma, che si arricchisce di funzioni, effetti, suoni e transizioni ad effetto, contemporaneamente si perde la capacità dei relatori di pensare, comunicare, emozionare.
La slide spettacolare maschera in realtà una triste povertà di contenuti. Oppure le presentazioni vengono riempite di testo, fitto e che nessuno leggerà mai.
Anche per una presentazione quindi la regola da seguire è la semplicità, utilizzare poche parole e immagini significative, che catturino l’attenzione, o lancino semplicemente un concetto, che sarà poi chiarito e spiegato dettagliatamente dall’oratore.
Abbiamo in genere la tendenza a voler scrivere TUTTO nelle slide, come se dovessero essere comprensibili anche “stand alone”. In realtà è l’esatto contrario. La slide deve “evocare” “emozionare”, e in una sorta di lavoro di squadra con il suo creatore. Saranno il discorso nel suo insieme e il coinvolgimento che chi parla trasmette a fare il resto, ad integrarsi con quelle pagine così “vuote” eppure cosi “significanti”.
Una delle migliori slide qui di seguito: che ne dite? ^^
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