Portfolio grafico, come fare.
Vai alla guida Grafico/Web Designer Freelance
Chi svolge una professione grafica non può non avere un portfolio che lo rappresenti. E fin qui siamo d’accordo :). E anche che debba essere aggiornato appare una caratteristica ovvia! Ho chiesto però a chi se ne intende e a chi lavora in questo campo da anni alcune altre considerazioni, alcuni consigli per renderlo professionalmente valido.
Innanzi tutto parliamo di un portfolio cartaceo, qualcosa da portare fisicamente sempre con noi, da poter far vedere e toccare, sfogliare, persino odorare. Ammettiamolo, la carta fa tutto un altro effetto!
In ogni caso, cosa deve emergere principalmente dallo sfogliare un portfolio grafico? Tutte le risposte concordano: deve emergere la nostra personalità grafica, e la nostra maturazione grafica e culturale. Per questo motivo dobbiamo effettuare una selezione di lavori che mettano in luce questo processo, anche inserendo lavori extra professionali, che magari possiamo presentare come arte grafica, guizzi creativi che non hanno a che fare con il lavoro bensì con le nostre inclinazioni e preferenze nelle arti visive. I lavori relativi a questa parte andrebbero posizionati in fondo al portfolio, come una sorta di appendice aggiuntiva.
Grafico e artista seguono un processo creativo ben differente, soprattutto legato al tempo. Un artista non ha vincoli, un professionista sicuramente si, e anche molto stretti, in genere. Quindi è bene tenere separati i due aspetti. C’è un abisso ad esempio fra un professore di arte e un artista; qui è la stessa cosa, e un portfolio deve essere per almeno l’80% di un grafico.
Per quanto riguarda l’ordine di presentazione è bene rispettare il processo creativo comune di ogni progetto, e quindi partire dai simbolismi (loghi, pittogrammi..) in particolare per mostrare le nostre capacità di sintesi, e poi “allargarci” piano piano. Inutile anche fare divisioni che chi guarderà i nostri lavori alle prime selezioni del personale quasi sicuramente non capirà. Uno psicologo del lavoro non sa cosa voglia dire raster o vettoriale, quindi perchè confonderlo?
In termini pratici invece molto elegante è utilizzare uno spiralato con fogli grandi, ma non troppo per non rendere il trasporto poco agevole. Un a3 è il formato più usato. Il vantaggio del quaderno spiralato è anche quello di assumere metaforicamente l’aspetto di un quaderno degli appunti, di un blocco note di pensieri sempre in mutamento, e quindi suscettibile di aggiornamenti, ritagli, modifiche, fondamentali per un grafico che non deve chiudersi nella propria “visione del mondo” e restarci barricato dietro.
Alla domanda se è bene avere un portfolio anche multimediale e in rete, come su un iPad, mi hanno risposto: “E cerchi lavoro girando con un iPad? Ma non hai bisogno di lavorare!”
A parte mostrare troppa opulenza :-), avere un portfolio visibile su internet è altresì molto importante, che affianca la sua presenza reale nelle nostre cartelline. Qui Francesco ce ne parla e ci mostra qualche bellissimo esempio.
Commenti